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case in classe energetica a
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L'edilizia energivora e le case efficienti: chi vince?

Nel 2016 le vendite e gli acquisti di immobili efficienti - cioè di classe energetica B, A o A+ - sono aumentati, ma nove immobili su dieci tra quelli esistenti sono ancora energivori, di classe G o F. A rivelarlo è ENEA, attraverso il Rapporto annuale sull'andamento del mercato immobiliare che è stato realizzato in collaborazione con la FIAIP, Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti, e l'I-Com, l'Istituto per la Competività. Grazie a questo report, abbiamo la possibilità di conoscere in modo dettagliato l'andamento del 2016 per le compravendite di immobili.

Si scopre, dunque, che le case in classe energetica A, B e A+ hanno dominato il mercato delle nuove costruzioni, rappresentando il 60% delle compravendite complessive: un dato che corrisponde a una crescita, rispetto all'anno precedente, pari al 10%. Se i dati sembrano positivi, non si può fare a meno di prendere in considerazione il mercato nella sua totalità: e qui lo scenario è un po' meno rassicurante, dal momento che le compravendite sono dominate sempre dalla classe energetica G, che è la meno efficiente in assoluto, con il 56% di ville unifamiliari e il 66% di monolocali. Per quel che riguarda le case ristrutturate, invece, la vendita di quelle più efficienti - dalla classe B in su - va da un minimo del 3 a un massimo del 7% del mercato di riferimento. In pratica, solo un edificio su dieci è ristrutturato in classe B, A o A+, secondo quel che registra l'ENEA; per contro, nove immobili su dieci, tra quelli che devono essere ristrutturati, sono di classe G o di classe F, con una prevalenza evidente per le aree situate nelle periferie estreme delle città.

L'importanza dell'efficienza energetica

Il rapporto include anche i dati che sono stati ricavati dalle interviste effettuate con più di 500 agenti immobiliari che fanno parte della FIAIP: lo scopo del sondaggio era quello di verificare la reale corrispondenza tra le compravendite e la classe energetica che è indicata nell'APE, l'Attestato di Prestazione Energetica. I dati sono sorprendenti, ma in senso negativo: sei intervistati su dieci, infatti, hanno fatto intendere che l'Attestato di Prestazione Energetica è inutile ai fini delle scelte compiute da chi vende o da chi acquista un immobile, che dunque prende la propria decisione a prescindere dall'APE. Il problema, però, è che tra gli stessi professionisti questo strumento non suscita entusiasmi, visto che quattro su dieci non lo ritengono molto utile.

Ecco perché nel rapporto si prova a ipotizzare anche delle possibili soluzioni per rimediare a questa situazione problematica: una proposta, per esempio, è quello di fare in modo che l'Attestato di Prestazione Energetica diventi dinamico e permetta a tutti gli effetti agli acquirenti degli immobili di sapere quanta energia andranno realmente a consumare. C'è, inoltre, chi ha prospettato la possibilità di introdurre, all'interno dei listini immobiliari, una voce specifica relativa agli edifici ristrutturati green: una soluzione che, tuttavia, non ha incontrato il favore di molti tra gli addetti ai lavori interpellati.


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