Il mercato del gambling nel nostro Paese secondo alcuni addetti ai lavori fornisce un quadro anticipatore della situazione europea: anche negli altri Stati il settore del gioco di azzardo si conformerà alla situazione italiana. Chi lancia questa ipotesi si basa sulla constatazione per cui l'Italia è il solo Stato del Vecchio Continente in cui è stata proibita del tutto la pubblicità per il gioco; anche a livello mondiale non sono molti gli ordinamenti che possano essere paragonati al nostro da questo punto di vista. Il mercato del gambling è decisamente nel mirino del governo di Lega e 5 Stelle, e il divieto correlato al marketing sembra essere solo il primo passo di una strategia di più ampio raggio che potrebbe portare al ritiro di tutte le vecchie slot, cioè delle macchine che non si basano su una scheda di gioco indipendente ma sono collegate con un sistema centralizzato: in sostanza, le antenate delle VLT. Il processo in questione ha già preso il via, e secondo le previsioni terminerà nel giro di un paio di anni.
Come è facile prevedere, la totale dismissione delle vecchie apparecchiature slot determinerà una riduzione molto consistente dell'indotto della rete fisica, e ciò con tutta probabilità si tradurrà in un aumento degli affari del gambling digitale, che per altro cresce in modo esponenziale già da anni. Nel caso in cui una previsione simile si dovesse concretizzare, il mercato nostrano sarebbe tra i primi a livello europeo a essere caratterizzato dal sorpasso del gioco online su quello offline: uno scenario che, in ogni caso, sembra ormai inarrestabile e impossibile da evitare, dando uno sguardo ai flussi di gioco, alle innovazioni in essere e agli investimenti che vengono eseguiti.
Viene spontaneo domandarsi, a questo punto, in che modo sia possibile tenere sotto controllo il gioco d'azzardo digitale e governarlo. C'è bisogno, infatti, di una lunga e significativa serie di controlli automatizzati per gestire i prelievi, le ricariche, i movimenti e tutte le altre azioni correlate al gambling. Tali controlli sono appannaggio delle stesse aziende che forniscono i giochi, e che devono rispettare le linee guida fornite dalla Ue in proposito. Il Parlamento di Strasburgo, in particolare, ha votato la IV direttiva antiriciclaggio, che vige dalla primavera del 2015. Tra gli obiettivi della direttiva c'è quello di prevenire i flussi di denaro finalizzati al finanziamento di attentati terroristici e, più in generale, il contrasto al riciclaggio di soldi. La IV direttiva è stata seguita dalla V direttiva, che è stata messa a punto non solo per compendiare la precedente, ma soprattutto per integrare ulteriori specifiche a proposito dei pagamenti eseguiti con valute virtuali e per inserire dei campi di applicazione in più.
Alle società che permettono agli utenti di giocare d'azzardo viene chiesto di monitorare l'anonimato in relazione ai pagamenti effettuati con le cosiddette criptovalute e all'impiego di carte prepagate che provengono da Paesi ritenuti non affidabili. Compito delle aziende del settore è anche quello di assicurare una mole superiore di controlli per garantire una trasparenza maggiore a proposito della titolarità degli account di gioco. Ancora, viene auspicata una collaborazione migliore tra le autorità centrali antiriciclaggio e le unità di informazione finanziaria, così che possa essere agevolata la circolazione delle informazioni rilevanti. Infine, non si esclude la chiusura di business con Paesi ad alto rischio.
Per gli utenti italiani che decidono di giocare con NetBet o con un altro casinò dotato di licenza, ad ogni modo, non cambia nulla. Il nostro panorama giuridico, infatti, è decisamente all'avanguardia per quel che riguarda l'antiriciclaggio. Le direttive europee sono state recepite con il d. lgs. n. 90 del 25 maggio del 2017, con il quale è stato aggiornato il vecchio ordinamento risalente a dieci anni prima. Un ruolo importante viene attribuito agli operatori di gioco, che sono tenuti a monitorare i conti in cui si concentrano perdite o vincite che possano essere ritenute anomale in un lasso di tempo ristretto.
La normativa si focalizza in particolare sulle interazioni tra i giocatori e sui loro eventuali movimenti sospetti. I tentativi di riciclaggio di denaro, infatti, vengono attuati con i cosiddetti skill games e con i giochi di carte, che si svolgono a coppie o comunque in piccoli gruppi. Si parla, a tal proposito, di chip dumping, proprio per indicare lo scambio di soldi nel contesto del gioco.
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