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Trattamento acque: i disoleatori

Gli impianti di disoleazione delle acque sono strutture concepite e realizzate per la separazione dei grassi, degli oli, delle benzine e di tutte le altre frazioni leggere che derivano dai prodotti petroliferi. Essi vengono applicati, nella maggior parte dei casi, per il pre-trattamento delle acque di prima pioggia; in determinate circostanze può essere prevista l'integrazione di un volume per ritenere i materiali solidi. Gli impianti di disoleazione possono essere di due tipi: il separatore a coalescenza e il separatore a gravità.

Il primo si caratterizza per un pacco lamellare che ha lo scopo di migliorare l'aggregazione delle particelle più leggere, attraverso un incremento della superficie di flottazione effettiva. Facilitando la risalita delle particelle più leggere, aumenta l'efficienza di separazione, e in questo modo si ha la possibilità di avere a che fare con dimensioni inferiori di quelle dei disoleatori a gravità, che presentano dei volumi più consistenti. Abbassando la velocità dell'influente, si ottiene la disoleazione dell'acque; inoltre, viene predisposta una zona di calma in cui le sostanze con un peso specifico più basso rispetto a quello dell'acqua stazionano per galleggiamento dopo essere risalite.

Come funzionano i disoleatori?

Un disoleatore funziona secondo modalità che possono essere paragonate ai principi della sedimentazione per effetto della gravità: esso agisce come una vasca di sedimentazione al cui interno le particelle oleose flottano sulla superficie invece di sedimentare sul fondo. Nella maggior parte dei casi, si ricorre alla tecnologia di disoleazione delle acque in una fase precedente al chimico fisico, con lo scopo di renderne il lavoro più semplice; essa, inoltre, viene sfruttata per le acque caratterizzate dalla presenza di sostanze che resistono alla sedimentazione. 

Nel momento in cui la separazione per gravità non arriva alla reazione auspicata, o comunque si rivela complicata a causa delle concentrazioni elevate di inquinanti che si trovano nelle acque, per separare il grasso, gli oli o quantitativi consistenti di particelle solide sottili si fa riferimento alla flottazione ad aria o gas.

Il flusso delle bolle di gas

La differenza tra il peso specifico dell'acqua e il peso specifico del riempimento da separare è molto ridotta, e rappresenta il principale problema della separazione per gravità insieme con le dimensioni contenute delle particelle solide, le quali possono aver bisogno di molto tempo per precipitare. Delle bolle di gas trascinano le gocce di olio o le particelle solide verso l'alto, prima che esse vengano separate nella parte superiore del flottatore. Il flusso in ingresso, per la flottazione, entra dalla parte bassa del dispositivo per poi uscire dalla parte opposta. A questo punto il materiale flottato può essere scaricato, dopo essere stato asportato dalla zona superficiale. L'aspirazione dei gas che viene realizzata con eiettore alimentato con liquido ricircolato garantisce lo sviluppo delle bolle di gas da cui le particelle solide sono trasportate: si parla, in questo caso, di flottazione a gas indotto. La flottazione ad aria o gas disciolti si verifica, invece, nel momento in cui il gas viene forzato nel liquido ad alta pressione. 

Come sono realizzati i flottatori

I flottatori sono dotati, in genere, di un sistema di insufflazione dell'aria a microbolle e sono equipaggiati con un raschiatore circolare che ha lo scopo di rimuovere la sospensione fluttuante. I fanghi di prima decantazione vengono asportati, invece, dal fondo conico. Prove tecniche di laboratorio consentono di testare i reagenti chimici che devono essere adoperati per il trattamento di flottazione.


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