Una delle litanie che più si sentono in questi periodi quando si parla di calcio, è che non c'è più il pallone di una volta e con esso neanche i presidenti vecchio stampo degli anni '80 e '90. Difficile dare torto ad una affermazione del genere, ma bisogna considerare anche che il gioco più seguito al mondo è cambiato tantissimo negli ultimi anni e che di conseguenza sono mutati anche i modi di gestire una squadra. Se prima c'era il presidente-tifoso, che gestiva il club come se fosse un'azienda di famiglia, mettendo di tasca sua il più delle volte i soldi necessari al mantenimento della società, ora questa figura sta scomparendo.
Pensiamo ai Moratti per l'Inter, Sensi per la Roma, Mantovano per la Sampdoria o ancora più indietro negli anni gli appassionati Rozzi per l'Ascoli e Anconetano per il Pisa. Forse al momento l'unico rimasto è Silvio Berlusconi, da trent'anni alla guida del Milan, con cui ha vinto tutto ma allo stesso tempo ha investito tantissimo. Ora il calcio è fondamentalmente business, con presidenti che vedono l'acquisizione di un club come una possibilità di fare profitti, come un qualsiasi imprenditore o finanziere che scegli i vari investimenti attraverso indicatori forex o sentori di mercato, e non come un mero impegno sportivo.
Da tempo il vulcanico presidente del Palermo, ed ex del Venezia, Maurizio Zamparini ha la nomina di mangia allenatori. Niente di più vero visto quanti ne ha cambiati solo in questa stagione. L'imprenditore rilevò la società rosanera, avviò attività imprenditoriali in Sicilia e portò stabilità in un club che mancava da tanti anni nei grossi palcoscenici. Poi però la passione calcistica diventa ossessione quando ci si accorge che il calcio è diventato un affare redditizio dove girano milioni di Euro. Ecco quindi che dal costruire una squadra forte che possa competere anche in alta classifica, come accadeva negli anni passati, si passa all'obiettivo di vendere al miglior prezzo possibile i giocatori e cercare di mantenere la categoria.
Gli affari Pastore, Cavani, Hernendez e per ultimo Dybala hanno portato plusvalenze d'oro nelle tasche di Zamparini che quindi negli ultimi tempi sta tentando in ogni modo di ripetere il giochetto: comprare a relativamente poco e rivendere a tanto. Per fare questo però bisogna rimanere in Serie A per prendere i tanti milioni dei diritti televisivi ma se indebolisci la squadra ecco che poi le colpe ricadono tutte sul mister. Squadre come Chievo, Sassuolo o Torino cercano di mantenere un telaio di squadra stabile e solido, naturalmente sperando che esploda un campione in casa. Interpretare il calcio solo come un modo per fare soldi senza badare agli equilibri della squadra è invece solo speculazione. Ma a quanto pare sono gli effetti del calcio moderno.
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